Descrizione
“Una politica scolastica di antibullismo è da intendersi come una dichiarazione di intenti che guidi l’azione e l’organizzazione all’interno della Scuola, l’esplicitazione di una serie di obiettivi concordati che diano agli alunni, al personale e ai genitori un’indicazione e una dimostrazione tangibile dell’impegno della Scuola a fare qualcosa contro i comportamenti improntati sulla prepotenza” (Sharp e Smith, 1994).
Cosa si intende per Bullismo e Cyberbullismo?
Bullismo
Per bullismo si intende “L’insieme dei comportamenti offensivi e/o aggressivi che un singolo individuo o più persone in gruppo mettono in atto, ripetutamente, nel corso del tempo, ai danni di una o più persone con lo scopo di esercitare un potere o un dominio sulla vittima” (Fonzi 1997). É caratterizzato da certe forme di abuso con le quali una persona tenta di esercitare un potere su un’altra persona (Linee guida del Consiglio d’Europa 18 novembre 2009).
Può manifestarsi con l’uso di soprannomi offensivi, di insulti verbali o scritti, escludendo la vittima da certe attività o forme di vita sociale, con aggressioni fisiche o angherie.
Si configura come fenomeno sociale estremamente complesso, riconducibile sia alla condotta dei singoli che di quella del gruppo dei pari quando sono presenti le seguenti caratteristiche:
- Asimmetria di potere: squilibrio di potere tra chi compie l’azione e chi la subisce.
- Ripetizione nel tempo: i comportamenti aggressivi sono ripetuti nel tempo e non isolati,
- Intenzionalità: l’aggressività del bullo è pro-attiva e intenzionale, non reattiva.
Esistono due forme di bullismo:
- Bullismo diretto, in cui sono evidenti le prepotenze fisiche e/o verbali.
- Bullismo indiretto, in cui il bullo (e l’eventuale gruppo di seguaci) non affronta direttamente la vittima, ma agisce:
- diffondendo dicerie sul conto della stessa, escludendo dal gruppo dei pari (da feste, luoghi di aggregazione);
- diffondendo calunnie e pettegolezzi, isolando quindi socialmente.
Gli atti di bullismo possono essere di varia natura:
- Fisico: atti aggressivi diretti (calci, pugni, ecc.) danneggiamento di cose altrui, furto intenzionale.
- Verbale: manifesto (deridere, umiliare, svalutare, criticare, accusare, ecc.) o nascosto (diffondere voci false o offensive su un compagno, provocarlo, ecc.).
- Relazionale: sociale (escludere da attività di gruppo, cyberbullismo, ecc.) manipolativo (rompere i rapporti di amicizia di cui gode la vittima).
Cyberbullismo
Per cyberbullismo si intende “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo” (legge 71, 29 maggio 2017).
É caratterizzato da alcuni elementi:
- Squilibrio di potere: il mezzo elettronico non necessita di forza fisica o della sopraffazione psicologica della vittima; nel mondo virtuale lo sbilanciamento di potere è determinato dalla maggiore competenza nell’uso delle nuove tecnologie del cyberbullo.
- Anonimato: l’aggressore sfrutta l’anonimato per attaccare direttamente la vittima verso la quale non è più necessaria la ripetizione nel tempo, poiché l’effetto valanga offerto dalle nuove tecnologie può scatenare potenziali danni alle vittime anche senza la sua reiterazione nel tempo.